Il tartufo è uno dei cibi più apprezzati della cucina italiana, è un prodotto raffinato e allo stesso tempo molto versatile. Continua a leggere e scoprirai la storia e caratteristiche del tartufo.
Caratteristiche
Il tartufo appartiene ad alcune famiglie di funghi dette tuberacee. Con la parola tubero spesso si intende la parte che si estende nel sottosuolo, dove il fungo ricerca le sostanze nutritive per crescere e svilupparsi. Il termine deriva dal latino “terra tufule tubera”, un’espressione utilizzata a partire dal XIV secolo nell’Italia centrale per la sua somiglianza con il tufo. Poi diventò “tartufo” solo nel Seicento.
Il tartufo cresce e matura accanto alle radici di alcune tipologie di alberi, in special modo querce e lecci. Sono formati da una parete esterna liscia o scolpita e di colore variabile dal chiaro allo scuro. La parte interna, invece, ha un colore che varia dal bianco al nero o dal rosa al marrone.
Storia
Alcuni studiosi ritengono che questo prodotto era già conosciuto al tempo dei Sumeri e dei Babilonesi (IV-II millennio a.C.). La prima testimonianza in Europa si trova nella “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio (23-79 d.C.). Il fungo fu trattato da numerosi studiosi, filosofi e poeti, ma la sua origine non fu mai stabilita.
Nel Medioevo il tartufo veniva considerato come cibo nobile per eccellenza e cominciò a diffondersi molto rapidamente nell’alta società. Inizialmente la loro raccolta veniva eseguita dai maiali per il loro olfatto molto sviluppato. Solo a partire dall’Ottocento è stato sostituito dal cane.
Esistono due principali tipologie di tartufo: bianco e nero. È un prodotto presente in varie aree geografiche in tutta Italia. Il tartufo viene consumato in vari periodi dell’anno, a seconda delle diverse specie e dei periodi di raccolta.
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